Terre di Siena Ultramarathon – 50km

da Mag 2, 2020Running, Training

terre di siena david colgan

Quando mi sono avvicinato a questa gara nel 2018 stavo per la prima volta “sconfinando” nel territorio “Ultra” e dell’allenamento specifico che tale sforzo richiede (sia mentale che fisico). La mia curiosità era legata principalmente all’adattamento organico ed alla possibilità di combinare questo grande carico anche a livello multidisciplinare (triathlon su lunghe distanze).  I percorsi di casa, quelli Ozzanesi, si prestavano perfettamente per la preparazione di una gara dal dislivello positivo importante (700d+) fatto di salite e discese ripide, misto asfalto/sterrato.

La gara di Siena è magica: l’atmosfera di questa splendida città medievale, la partenza da un’altra città patrimonio dell’Unesco come San Giminiano raggiunta all’alba in autobus, il percorso che si snoda tra paesaggi mozzafiato attraversando tratti di via Francigena, l’attacco a Monteriggioni, l’arrivo in Piazza del Campo!

La strategia è stata sempre la stessa: dare il massimo! Usando la testa.

Il 2018 è stata la sorpresa, una giornata epica caratterizzata dall’arrivo sull’Italia del fronte artico “Burian” Sono partito coperto a strati, cercando di studiare il gruppetto con cui sono rimasto nei primi 20 km e che pian piano, salita dopo salita, si è ridotto a poche unità. Il nemico numero 1 è stato sicuramente il freddo, il ghiaccio sulle gambe che pian piano le rendeva pesanti e stanche. Ho cercato di cedere dopo i miei compagni e così è stato, dal 35esimo chilometro in solitaria ho sofferto cercando di non cedere al dolore che sentivo e di non andare oltre ad un passo di 4’20/4’25 al km. L’arrivo in Piazza sotto una bufera di neve è stato memorabile! Ricordo che non ero in grado di svestirmi e cambiarmi dal freddo e dal dolore, la mia compagna Debora mi ha aiutato ed io per una buona settimana non sono quasi riuscito a correre dai Doms.

Il 2019 è stata la conferma, quell’anno la sfida è stata davvero impegnativa. Nei giorni precedenti gli articoli sulle riviste sportive anticipavano una sfida a due con Zambelli (vincitore del Passatore 2018 e Nazionale azzurro) ed io un po’ di tensione l’ho vissuta ma ero fiducioso nel mio percorso, nella gare fatte in precedenza che mi avevano dato riferimenti importanti sul mio stato di condizione. Sapevo che Andrea era in forma e che si era allenato molto bene, mancava sicuramente di gare in quanto in preparazione al Passatore questa poteva essere una delle prime stagionali. Ho pensato pertanto di osare e utilizzare una strategia un po’ azzardata e suicida, che poi si è rivelata vincente, ovvero quella di impartire subito un ritmo gara elevato (3’30”/km) per sfruttare il mio maggior adattamento al ritmo derivato dalle tante gare di avvicinamento. Passate poche centinaia di metri dal via ho visto che mi lasciavano in testa e mi studiavano, e li ho subito aumentato il ritmo e preso quei 300 metri che ho mantenuto per circa 30 km. La presenza di Zambelli sullo sfondo era costante, sapevo ovviamente della sua resistenza e che molto probabilmente col tempo avrebbe potuto ricucire questo piccolo gap. Non mi sono fatto intimorire, ho proseguito con grandissima concentrazione e forza non mollando mai, fino a quando gli apripista in Mtb mi hanno avvisato che nell’ultima salita a Monteriggioni ero riuscito a prendere più margine. L’arrivo a Piazza del Campo, questa volta in una bellissima giornata di sole, mi ha regalato il record personale e di gara in 3h17min.

Il 2020 è stata una passerella. Non avendo la pressione di un avversario come Andrea ho gestito sempre in solitaria la gara dall’inizio alla fine gestendo energie e fatica. Il ricordo, oltre alla grandissima soddisfazione di vincere per la terza volta la gara, è stato l’inizio di tutto quello che ora stiamo vivendo con la pandemia, si perché è forse stata una delle ultimissime gare fatte prima del fatidico mese di Marzo 2020.

 

La metodologia

La metodologia di allenamento, che poi è la medesima che trasmetto ai miei atleti, non ha subito grosse variazioni nel corso degli anni ma leggere evoluzioni dovute ad un adattamento fisiologico e ad un incremento tecnologico e di esperienza, una migliore conoscenza del proprio corpo e dei dati trasmetti dal sensore di potenza Stryd.

Terre di Siena Ultramarathon - 50km
 (grafico delle zone di frequenza cuore ultimi 2019-2021 > rosa chiaro z1 >> rosa scuro z2 > rosso z3-z4)

Ad oggi è molto comune vedere triatleti Age Group trascurare o limitare la parte podistica, non tanto per una propria scelta ma per una metodologia imposta, mantenendo una media settimanale chilometrica di inferiore a 40km, mediamente tutti corsi a ritmo medio/ medio-alto (82 -90% VSAN o z3-z3alto) quindi prettamente specifico ad alta intensità.

Considero questa struttura sicuramente ripagante sull’immediato con un innalzamento dei valori di soglia e VO2Max, ma controproducente sul medio/lungo termine e sulla prestazione di una gara endurance come un Ironman dove la maratona si corre in uno stato muscolare molto simile a quanto provato sulle Ultra piuttosto che su di una Maratona “secca”. L’atleta che si è allenato sul fondo Lento e sul chilometraggio sarà in grado di gestire la crisi continuando a correre piuttosto che “camminare”, che si tramuta nel raggiungere un obbiettivo tempo rispetto al trascinarsi all’arrivo compromettendo il tempo finale della gara.

Buon allenamento a tutti!

Post by David Colgan

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