Maratona di Reggio Emilia ed il Campionato Italiano Master

da Dic 15, 2021Running

       Il mio Campionato Italiano di Maratona Master 

Vorrei dire: La maratona è un’arte marziale. Chi la corre compie una scelta estetica, non una sportiva. Lo sport non c’entra niente. Vorrei dire: Resistere alla più alta velocità possibile per una strada così lunga è la cosa più bella che una mente umana possa produrre. La mente non è il cervello, la mente è il sistema del corpo che pensa. La mente è la rete in cui il mio avampiede, il mio cuore, il mio glicogeno, i miei desideri, la mia memoria, tutto me stesso dialoga con tutto me stesso e con ciò che dall’esterno modifica o può modificare me stesso.“– M. Covacich

La Maratona di Bologna dello scorso Ottobre ed il risultato ottenuto senza troppa preparazione specifica aveva risvegliato in me la voglia di correre un altra maratona al limite delle mie possibilità e Reggio Emilia era la giusta candidata, un po’ per la sua vicinanza ma soprattutto per la sua importanza in quanto Campionato Italiano di Maratona sia Assoluto che Master.

– 6 Settimane a Reggio Emilia

Saranno sufficienti per recuperare la fatica di Bologna?  Saranno sufficienti per ritornare ad una condizione top? saranno sufficienti per ritornare sotto le 2h30?

Mentalmente rispondo “si, sono sufficienti” ed i dubbi che affiorano nella mia mente cerco di scomporli ed analizzarli come a giustificare le risposte istintive del mio subconscio. Quest’anno non ho sbagliato una gara e non è un caso, è un impostazione mentale su cui ho lavorato moltissimo negli ultimi anni. Sono consapevole delle mie qualità e dei miei difetti e cosa principale, non ho paura di poter fallire.

La “resistenza di base” ormai è sviluppata. Quest’ultima è da individuarsi nella quantità di chilometri che un podista riesce a percorrere in un specifico periodo di tempo (chilometri settimanali/mensili). Disporre
di un’ampia resistenza di base consente di svolgere meglio e con maggior efficienza le sedute di “capacità aerobica”. La capacità aerobica per un podista dedito alle corse di resistenza ha una rilevanza enorme perché consente proprio di “durare a lungo”, vale a dire proprio resistere, o meglio ancora, di non calare mai. E’ la capacità aerobica che ci permette di ottimizzare la capacità dei muscoli di sfruttare ossigeno, di smaltire l’acido lattico. Perché un amatore non riesce a correre una maratona a 10″ al km in più rispetto ad una mezza mentre il divario tra mezza e maratona di un top runner è il più delle volte compreso all’interno dei 10 secondi? .. la risposta sta proprio lì: resistenza di base ( chilometri) e capacità aerobica.

I miei allenamenti :

corsa media, progressioni e tanto qualificante ( Ritmo Maratona), variazioni di ritmo ( a ritmo maratona) durante i lunghi del weekend. Ho poi inserito delle competitive brevi (8-12 km) per dare quello stimolo anaerobico in più.

La dieta:

La parte sicuramente difficile considerando il periodo, le cene aziendali, le cene prenatalizie in famiglia e tra amici. La componente peso per un triatleta specialmente in maratona non è una componente da sottovalutare in quanto si parte già in difetto con una muscolatura più sviluppata del busto e dei quadricipiti e sei poi consideriamo che sono alto 192cm x 80 kg ( 77 in periodo top) , la mia strada parte già in salita.  La perdita di peso e definizione segue un approccio più recente rispetto al passato:

monitoraggio e riduzione per quanto più possibile dello stato d’infiammazione generale, riduzione per quanto più possibile del cortisolo, riduzione per quanto più possibile di picchi glicemici e digiuno intermittente o “fasting” in determinati giorni della settimana, “crioterapia” ( in parole povere “doccia fredda” ragazzi!)

                                                                                           LA GARA

Start_maratona di Reggio Emilia

E’ freddo, le temperature sono prossime allo zero. In questi casi tendo a preparare una sacca con il cambio per il deposito borse e addosso vesto abbigliamento pesante che butterò in prossimità dello start. E’ ormai una strategia consolidata per molti Runner, tanto che molti organizzatori dispongono di bidoni appositi in modo da poter devolvere quanto si butta. Cerco di scaldarmi con una corsetta, qualche allungo ma ormai è già tempo di mettersi in griglia e di partire.

 

i primi chilometri

Formiamo subito un gruppetto di una decina di unità, ad un passo di circa 3’25” al chilometro. Con noi le prime donne che a mio avviso ( o almeno ascoltando il loro respiro) stanno tenendo un passo leggermente superiore a quanto potrebbero realmente tenere, ma quando si forma un “gruppetto” è un po’ sempre così.. pur di non rimanere soli c’è sempre il podista che per stare in gruppo decide di “tenere” energie o il podista che pur di non rimanere solo da quel qualcosa di troppo. 

Il ritmo è sostenuto e si fatica, non penso sia solo dovuto al vento freddo ( contro) che troviamo, ma è anche la leggera pendenza positiva e le parti di sterrato ( a volte innevato e ghiacciato) che mettono alla prova la nostra tenuta muscolare. I primi 15 km sono di studio e di conoscenza reciproca: si osserva lo sguardo, il respiro, il gesto di corsa ed ogni singola caratteristica per cercare di capire chi ne ha di più, chi temere, di chi aver paura. In questo frangente, ed in questa gara essendo Campionato Italiano di categoria, si osserva anche il proprio rivale diretto di categoria ed il mio è qui con me ed al momento sembra correre talmente facile che sembra seduto sul divano.  

Maratona di Reggio Emilia ed il Campionato Italiano Master

La strada continua a salire con qualche strappo secco ed il giro di “boa” a Montecavolo è ancora distante qualche chilometro, ma si aprono le danze. Massimiliano Milani che conosco non solo per il suo blog tecnico, ma anche per le sue prestazioni come il 2h25 a Reggio Emilia lo scorso anno, allunga davanti al gruppo con una progressione controllata, un leggero incremento di velocità, di quelli costanti e duraturi e che fanno male. Ho la lucidità necessaria per capire che si tratta di un momento cruciale e quindi mi accodo spendendo sicuramente più di quello che dovrei perché sento il cuore salire, il respiro in affanno e le gambe che accumulano più acido lattico di quello che dovrebbero nel corso di una maratona, ed a così tanti chilometri dal traguardo, un azzardo. Ma sono sicuro, ho l’istinto giusto e considero di recuperare non appena riusciremo a svoltare verso una strada in leggera discesa. 

Facciamo il vuoto, prima 50 metri, poi un centinaio e con il passare dei chilometri il distacco aumenta. Massi mi sprona, mi incita a superare un paio di crisi ed io reagisco, passo al comando e cerco per quanto possibile di dare il mio contributo continuando a correre a 3’25” al km.  

progressioni

Fino al trentunesimo chilometro il percorso non da tregua, è un costante sali e scendi “spacca gambe” che non lascia respiro,  arrivare qui senza energie avrebbe voluto dire letteralmente camminare. Allontano il pensiero di fatica, chiudo gli occhi, e sogno una vera e propria passerella fino a Reggio, un bel drittone di 10 chilometri in discesa, con tanti ristori sul percorso ed il vento alle spalle a spingere il nostro ritmo ( erano ovviamente tutte allucinazioni del momento).

La realtà del momento è ben diversa, le gambe e la testa mi dicono di mollare ed io cerco di allontanare il pensiero o quanto meno di negoziare col mio cervello un “finanziamento”, una rateizzazione della fatica sulla distanza di 4.195 metri che mi separano dall’arrivo. Per ogni chilometro lavoro su una possibile distrazione, un pensiero.. mancano meno di 15 minuti.

 

 

4.195 METRI 

Incomincio a realizzare che c’è la posso fare, che quanto visualizzato e fortemente voluto in questi mesi diventerà realtà. Sono il primo m40, probabilmente tra i primi 15 assoluti, dietro abbiamo il vuoto. Non ci può fermare più nessuno.

 

ultimi 5 km

Ripercorro un finale di gara simile vissuto quand’ero un ciclista dilettante U23, in gara al Memorial Pizzoli ( una classica di fine stagione) Dopo un attacco effettuato a molti chilometri dall’arrivo ( 60 se non ricordo male)  rimaniamo in due, con cambi regolari ed enorme fatica riusciamo a portare la fuga all’arrivo e ce la giochiamo in volata. In verità io cercherò di anticipare con una progressione all’ultimo chilometro ma vengo ripreso e superato a pochissimi metri dal traguardo giungendo secondo. 

Ma questa volta l’epilogo è differente, il podismo amatoriale è differente. 

Io e Massimiliano abbiamo consapevolezza dell’impresa appena fatta, siamo in due categorie diverse e molto probabilmente entrambi Campioni Italiani Master di categoria. Decidiamo di arrivare assieme mano nella mano proprio per celebrare questo grande risultato, sappiamo già che non ci capiterà più.

ultimo chilometro

Mancano 195 metri alla finish Line, non ci fermerà più nessuno e ci urliamo che siamo stati proprio dei grandi! Ci prendiamo per mano ed arriviamo al traguardo assieme, celebrando questa bellissima gara e questo bellissimo titolo! E chi l’avrebbe mai detto che un “giandone” di 192cm, 78 kg, triatleta, sarebbe potuto diventare Campione Italiano Master m40 di Maratona? 

Eh già, mai smettere di sognare, mai.

 

 

titolo tricolore

Post by David Colgan

Your content goes here. Edit or remove this text inline or in the module Content settings. You can also style every aspect of this content in the module Design settings and even apply custom CSS to this text in the module Advanced settings.

Entriamo in contatto

Hai una qualsiasi domanda riguardo i miei programmi di allenamento?
Se hai dei dubbi o vuoi un consulto gratuito non esitare a scrivermi.

1 + 2 =

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related posts

Share This

Share this post with your friends!